Pensiero di Anaïs Wiener

Dam

Ogni volta che penso a te mi tornano in mente tanti momenti passati insieme! Sono come tante scene che messe insieme formano un film e come quel film che abbiamo visto una sera a casa tua farebbe venire i crampi allo stomaco dal ridere (soprattutto se poi inizi a ridere te con la tua risata contagiosa!). Anche se poco mi ricordo di quei momenti, giocavamo già insieme al mini-club, sono sicura che già allora ti mettevi a fare il pagliaccio con tutti e ci facevi scherzi in ogni occasione possibile.

Dam, tra tutte le persone che ho conosciuto finora, tra tutti i miei amici, sei stato senza dubbio il più vivace in assoluto!

Quanto erano belli i momenti “dopo-scuola” a tempi delle medie, con Baldo e Serena, nella nostra piccola Gordemo City (a volte anche con Giona e Chiara, che però di solito erano già arrivati a casa da un bel po’ e stavano già facendo merenda mentre noi eravamo ancora alla prima salita dopo la fermata del bus). Il bello iniziava sempre mentre aspettavamo il bus alle scuole: tu iniziavi a raccontare barzellette e sicuro ne avevi fino ad arrivare alla porta di casa. Da dove le prendevi, nessuno lo sa. Secondo me la sera invece di fare i compiti per scuola, ti studiavi i libri di barzellette. Finalmente arrivati alla porta di casa tua, stavamo ancora per ore lì a parlare (di cosa non ho più la minima idea), seduti sulla ringhiera dalla quale credo Baldo sia pure caduto un paio di volte…troppo impegnato ad ascoltarti e dire le sue :P

Nei mesi freddi, che iniziava a fare buio non ci interessava…solo quando morivamo dal freddo o dalla fame ci ricordavamo che era ora di rientrare dai propri genitori. Che ridere le volte che per una pazza pazzia, mentre stavo per camminare l’ultimo pezzo tra casa tua e casa mia, mi dicevi: “No dai, ti accompagno su! Faccio il gentiluomo!”. Ed effettivamente venivi su… Poi però arrivati su io non trovavo giusto che te dovevi rifare la strada di ritorno da solo e tornavo giù con te fino a metà. Ma quanto eravamo fuori di testa Dam?! A dire il vero, penso che questo dica tutto di noi…

Di momenti “dopo-scuola” nella nostra Gordemo ce ne sono infiniti, nei giorni di sole, nella pioggia, nella neve, con i pantaloni zuppi fino alle ginocchia. Ne abbiamo davvero passate di tutti i colori! Chissà cosa mi risponderesti ora se ti ricordassi quella volta che sei venuto da me con una letterina per chiedermi se ti volevo stare assieme. Che cucciolino che eri. La cosa più bella era quando dopo quella lettera è arrivato da me Baldo con una lettera da parte sua. Formavate una specie di complotto voi due! Non ho mai capito se questa era una scommessa, puro caso o gelosia. Nessuno di voi due ha avuto risposta positiva e la nostra amicizia per fortuna non ha subito danni. Dopo tantissimi episodi che non sto qui ad elencare, perché sono davvero troppi anni che dovrei riassumere, siamo arrivati all’età del liceo. Le nostre mattinate a prendere il bus, erano le stesse come quelle delle medie. Ritrovo davanti a casa tua, con te ancora dentro a prepararti e poi camminata o corsetta giù per andare alla fermata. Arrivati alla fermata, dopo un po’ di chiacchiere arrivava il bus e mentre salivamo gli autisti di solito ci chiedevano “e l’altro arriva ancora?”, ci bastava girare la testa, guardare verso la salita di Gordemo per vedere Baldo scendere a corsa, mezzo vestito, che urlava “aspettaaaaateeeee ci sono anch’ioooo!!!!”. Baldo saliva sul bus e diceva “ciao, mi sono svegliato 2 minuti fa” ed effettivamente a guardarlo in faccia…si vedeva!Ora arriva un punto Dam, che te sicuro argomenteresti, ma parlando ultimamente con altri passeggeri più anziani di noi, questa è una cosa che pure loro ricordano: il VOLUME della TUA musica. Ti sedevi quasi sempre nei sedili in mezzo al bus, questo significava che non solo le persone seduti un posto dietro e un posto davanti a te sentivano quello che tu ascoltavi, no: tutto il bus ascoltava la musica boom boom boom, di Damiano. Era inutile dirti di abbassare; o non ci sentivi o facevi finta di non sentirci. Inoltre avevi le cuffie enormi, un collo lunghissimo e già di per sé eri alto, quindi ogni persona che saliva sul bus, indipendentemente se saliva davanti o dietro, di solito la prima persona che vedeva eri te. NB: con spesso variazioni di pettinature che attiravano l’attenzione ancora di più. Se non altro svegliavi tutti i passeggeri sul bus, ogni mattino alle 7.30, anche quelli che per prendere il bus ci sono andati in sonnambulo. E se anche avessimo avuto in mente di studiare le ultime cose prima di un test, leggere le ultime pagine prima di lezione di un libro obbligatorio o goderci gli ultimi trenta minuti con gli occhi chiusi…era impossibile per via del boom boom boom che usciva dalle tue cuffie. Visto che parlo della musica, ricordo subito le nostre litigate infinite e sono sicura che litigheremmo ancora su questo argomento, perché non saremo mai d’accordo. Musica: essendo cresciuta con un padre musicista, ho imparato ad ascoltare quasi ogni tipo di musica. Come mi piace ascoltare classico in certi momenti, amo ascoltare rock in altri, pop per certe occasioni, ecc. Tu no, se non era hardstyle, techno, trance, non era musica. Ci ho provato in tutti i modi a farti capire che anche quella che si sente alla radio è musica…che bisogna essere aperti ad ascoltare un po’ di tutto, ma finivamo ogni volta per avere una discussione senza fine. Ti ricordo solo, che non hai ancora vinto tu ;-) Soprattutto non ho mai capito come mai dicevi spesso che mi volevi sentire cantare se comunque sapevi che non canto il tuo stile di musica. Col passare degli anni, la nostra amicizia è diventata sempre più solida e profonda, soprattutto quando poi ho conosciuto Lore che “guarda a caso” era tuo amico. Abbiamo iniziato ad uscire insieme, fare le cene, le serate a casa di amici, serate film, serate giochi, serate computer, serate ridendo e scherzando oppure le stupende serate dove te e Baldo parlavate di politica e non finivate mai. Poi l’uni…tu hai iniziato un anno prima di me a fare italiano e te pareva che l’anno dopo ci siamo trovati insieme a fare scienze politiche…e non solo quello, pure l’appartamento ce lo siam trovati a due passi l’uno dall’altro. Cioè, se a Gordemo eravamo vicini di casa…ovvio che non potevamo non esserlo a Zurigo. Eh! Nella mitica Schwamendingen ne abbiamo passati di tutti i colori, con e senza France, con e senza tutti gli altri amici che ci raggiungevano dal Ticino. Dai miei momenti di crisi dove mi hai tirato su di morale a momenti di massaggi perché qualcuno aveva mal di testa o mal di schiena, da momenti di “bisogna parlare ad Al” (che invece di andare a studiare veniva a stare a casa tua) a momenti di pizzzaaaa (ovviamente fatta da Al!!!). Per non parlare delle volte che siamo andati alla Streetparade in estate…o all’OXA. Oppure quella volta all’ Alpamare…meglio non ricordare io e Alberto sul gommone…(che male!!!). Era anche divertente la volta che siamo andati a fare paintball a Zurigo, come sorpresa per il comple di Lore. Non avevo sparato da vicino il colore sulla tua gamba, ma sotto i pantaloni avevi comunque un bel blu, spero che questo me l’avevi perdonato…

All’uni (e questo mi manca in questo momento) ricordo che durante certe lezioni era più divertente guardare te che appoggiato con la testa tra le mani ti addormentavi invece di ascoltare il professore che parlava di relazioni internazionali o quello di filosofia politica, che secondo me non sa nemmeno lui cosa diceva. Non mi hai mai svelato il segreto come facevi a dormire durante le lezioni o non venire nemmeno e passare tutti gli esami con i punteggi alti. Poi i viaggi di andata e ritorno dal Ticino a Zurigo!!! Mitici! Partivamo da Gordola dicendo “dopo sull’altro treno devo leggere per domani”. Arrivavamo a Bellinzona che nel frattempo si erano aggiunti Alberto, Denny, Karima, Elisa, Luca, Baldo e a volte Lore. Salivamo sul secondo treno e qualcuno diceva “devo leggere per domani, voi avete già letto?” e arrivavamo a Zurigo che il libro o i fogli erano ancora messi allo stesso modo come all’inizio del viaggio sul tavolino, non toccati. Quante risate!!! Stavolta non era con la tua musica che si attirava l’attenzione di tutto il vagone, ma con l’essere noi stessi, con le nostre battute, risate, cavolate… Tutto questo purtroppo doveva arrivare ad un fine, sei stato strappato da chi ti voleva bene nel modo più violento, mentre stavi festeggiando.

Carnevale era la nostra festa, carnevale era la festa della quale iniziavamo a parlare già il giorno dopo che finiva il periodo di carnevale. Carnevale era quella festa dove non ci interessava quanto pazzi sembravamo andando in giro vestiti così (non che a te interessava durante il resto dell’anno, eheh), carnevale era quella festa dove finalmente ti potevo truccare col mascara, l’ombretto e il rossetto.

Dam, ho imparato infinite cose da te! Non solo le volte che mi hai parlato quando qualcosa non andava e trovavi sempre un modo per tirarmi su di morale, i tuoi consigli erano sempre perfetti. Ho imparato guardandoti, ascoltandoti e studiando le tue mosse, che magari in un primo momento mi sembravano ridicole, ma poi risultavano esatte. E anche se non ci sei più fisicamente, continuo ad imparare da te! Non c’è un giorno che non sei tra i miei pensieri, sia che sono a Los Angeles, mi ricordo quanto eri entusiasta e mi avevi detto che saresti passato a trovarmi, sia che sono in Svizzera e prendo il treno tra Ticino e Zurigo e faccio un viaggio ora molto più silenzioso, sia che sono all’uni ad ascoltare professori che fanno addormentare pure me. Vivo ancora a Schwamendingen e saresti felice di sapere che sono ancora più vicina di prima a dove vivevi te. Purtroppo ora non posso più passare svelto a mangiare il tuo buonissimo risotto allo zafferano con il Schnitzel, ma ne sento comunque il profumo nei miei ricordi. Oppure il tuo segretino in più quando preparavi l’insalata. ;-)

Ora che sei un Angelo che non conosce il male vorrei chiederti, oltre a proteggere le persone alla quale vuoi bene, di stare anche vicino a quelle persone alla quale vuoi bene e che per un motivo o l’altro, per pazzia o per dispetto, stanno facendo delle scelte che non avrebbero fatto se tu fossi ancora stato qui fisicamente, perché in un modo o l’altro avresti cercato di farli cambiare idea. Scelte che a parer loro sembrano buone, ma che viste da più vicino farebbero arrabbiare o preoccupare pure te. Dam, eri il fulcro di un gruppo stupendo e per la maggior parte ci avevi aggregati tu. Io, Lore, Alberto, Sabri, Denny, Elmin, Dijana, Fabri, Cindy, Ale, Clödy, Cesco, Alan, Baldo, Sascha, Pedro, Natan, Senka e Petra dobbiamo ringraziare te per aver passato tantissimi momenti meravigliosi, serate indimenticabili e pazzie inimitabili. Abbiamo fatto un stupendo viaggio tutti insieme e anche se non ci sei più cercheremo di continuarlo, sapendo che un giorno ti raggiungeremo nella prossima tappa!

Sei sempre nei miei pensieri!

Ti voglio bene,

Anaïs